L’equivoco:
Dal momento che tanti confondono ancora le rivelazioni private con il contenuto dei loro messaggi, come se si trattasse della stessa cosa, tengo a precisare che nel mio libro parlo di verità o falsità delle rivelazioni, e non dei messaggi, i quali sono solo aspetti parziali di esse. La maggior parte delle persone, invece, poco disposta a porsi domande e a investigare, considera solo il messaggio. Se poi il messaggio viene presentato con un certo alone di mistero, ne rimangono attratti e subiscono una sorta di incantesimo, come quello che subisce il lettore di fotoromanzi, per intenderci. Non è una novità, infatti, che i bugiardi si esprimano in modo giusto. Ci mancherebbe che si mettessero a dire cose sbagliate! Essi devono fingere il bene. Il messaggio appartiene ancora alle apparenze di un fenomeno. Saranno i dettagli, spesso quelli meno evidenti, più che il messaggio in sé, a farci capire se il fenomeno ha in Dio il suo inizio e il suo fine, e in quale misura. La stragrande maggioranza dei messaggi è buona, ma non tutti sono quelli che Dio vuole farci giungere. Tanti servono solo a distrarre e a creare “rumore” intorno a quelli autentici. Pertanto, è non solo inutile, ma addirittura dannoso seguire, collezionare e divulgare messaggi “buoni”, ma non autentici. Questo dovrebbe risultare chiaro a chi ha letto il libro.
La leggerezza:
Il sottotitolo “prontuario per distinguere le vere e le false apparizioni” rispecchia soprattutto il contenuto della seconda parte del libro, che si intitola “Il processo del discernimento”, che è anche la parte più corposa (da pag. 29 a pag. 96). La prima parte è introduttiva (“Le fondamenta del discernimento”), e la terza è una piccola raccolta di testi tratti da rivelazioni private approvate, considerate alla luce di Fatima.
Ho sentito che alcuni, presi dalla curiosità per la seconda parte, hanno tralasciato la prima. Ebbene, per quanto concerne il mio libro, questa leggerezza è importuna, perché una delle tesi che cerco di affermare attraverso le sue pagine è che senza le fondamenta, i criteri del discernimento da soli, non stanno in piedi. Uno dei drammi del nostro tempo è proprio l’ignoranza dei tre pilastri spiegati nella prima parte. Intendo per ignoranza sia la reale mancanza delle conoscenze di base che riguardano la fede cattolica, sia l’atteggiamento di chi, pur possedendole, volutamente le mette da parte e le ignora di fatto, ogniqualvolta si avvicina ad una rivelazione privata. La confusione nel discernimento nasce in gran parte da qui. Perciò, sto per dire una banalità: leggete il libro dall’inizio! Come si dice: chi ben comincia…
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