
A quanti si stupiscono del gran numero di persone che ancora oggi cadono nella rete dei circoli settari, voglio proporre quanto scrivevo a pag. 78 del mio libro:
«Al giorno d’oggi, entrare a far parte di una setta o di una psico-sétta è tutt’altro che raro. Quali sono i fattori che facilitano l’ingresso in questi gruppi?
La prima causa è il bisogno di socializzare e di sentirsi parte di una comunità. La società moderna è una società che tende a isolare le persone; perciò, c’è un bisogno estremo di aggregazione e di appartenenza.
La seconda causa è l’esigenza di incontrare qualcuno che dia voce ai nostri pensieri, soprattutto a quelli che non possiamo manifestare a causa della dittatura del pensiero unico. La nostra società impone un unico modo di pensare: su ogni possibile argomento tutti devono adeguarsi. Il gruppo, invece, è ancora in grado di promuovere un pensiero diverso da quello dominante e attira a sé tutti coloro che condividono quelle particolari idee.
La terza causa è il senso di sicurezza che offre un gruppo, guidato da un leader dalla personalità spiccata, ma non sufficientemente forte: infatti questi “guru” sono estremamente fragili, sempre in balia del proprio ego, nonostante le apparenze contrarie. Pertanto, le persone fragili, quelle che hanno sempre bisogno di conferme e che preferiscono dipendere dai giudizi altrui piuttosto che affrontare il rischio delle proprie scelte, saranno particolarmente interessate a farne parte.
Per questi e altri motivi, se ci imbattiamo in un leader che predica con coraggio un pensiero originale e ascoltiamo dalle sue labbra proprio quelle parole che noi attendevamo da tempo nella sofferenza, non sarà difficile cominciare a seguirlo. All’inizio sarà il contenuto del messaggio ad attirarci e, per la gioia di averlo ascoltato, non ci accorgeremo degli altri aspetti che, con il passare del tempo, invece, prenderanno il sopravvento, quando ormai saremo bene inseriti. Il messaggio, unito a un senso di appartenenza e di sicurezza, ha funzionato da esca per i malcapitati.»
(Enrico Roncaglia, Rivelazioni private, F&C, 2022, pagg. 78-79)
Il giornalista Gabriele Moroni, nel suo libro-inchiesta “Sette sataniche e psicosette”, pubblicato pochi mesi dopo il mio, nel paragrafo dal titolo “Ci si difende da un nemico solo se lo si riconosce”, scriveva quanto segue:
«… È bene quindi acquisire il concetto che nessuno è vaccinato contro questo pericolo (le sette n.d.r.), e che non è impossibile finire nella rete predisposta da un'organizzazione settaria, o da un singolo manipolatore. A tutti può succedere nell'arco della propria vita, di attraversare un periodo di difficoltà ed è in quei momenti di fragilità che si cerca aiuto, che ci si può imbattere nelle persone sbagliate. Il pericolo è rappresentato proprio dalla difficoltà di riconoscerlo perché si presenta come un amico prodigo di ascolto e di comprensione, ci avvolge con una “bomba d'amore” che abbatte le difese psicologiche, prospettandoci la soluzione dei nostri problemi e delle nostre ansie, promettendoci il suo aiuto per realizzare le nostre aspettative: siamo suggestionati e convinti di avere trovato le persone giuste al momento giusto. Ma il manipolatore non dirà mai alla propria vittima che sta applicando su di lei tecniche di condizionamento che la porteranno all'assoggettamento psicologico. In realtà, ci studiano, indagano sui nostri disagi, sulle sofferenze, sui nostri sogni e le difficoltà di realizzarli, attuano un piano di fascinazione per sottrarci pian piano alla vita reale, sopprimere lo spirito critico, allontanare e cancellare gli affetti familiari (fino a diventare anaffettivi), tagliare le radici, toglierci dignità umana fino a negarci il diritto morale di assumere decisioni coscienti e ridurci schiavi acritici e accondiscendenti.
Una droga psicologica somministrata a piccole dosi, a nostra insaputa, da un nemico che si presenta come la più amorevole guida, cui ci affideremo ciecamente poiché risolverà tutti i problemi. Ci è inculcato un nuovo vocabolario, un lessico esclusivo (dire una cosa e non un'altra). Lo scopo è farci perdere tutti i punti di riferimento esterni al gruppo-setta, che diverrà pian piano l'unica realtà disponibile, solo in essa la verità, l'amore, la felicità, la realizzazione, il successo. Diverrà il punto di riferimento principale della nostra vita, il che ci porterà a sviluppare la “dipendenza da guru”, una dipendenza da non sostanze. Per il sommo bene di tutti, il mondo esterno verrà precluso, poiché portatore di energie negative, o di malattie, o di Satana, e via dicendo.
Eravamo alla ricerca della verità che ci avrebbe reso liberi realizzando il progetto del “maestro” di trasmetterci positività e armonia, acquisire i poteri taumaturgici per guarire i mali dell'umanità, concentrare su di noi le energie cosmiche positive, realizzare noi stessi e i nostri sogni, partecipare alla costruzione del nuovo mondo, della nuova era. Ma finiremo schiavi, a soddisfare il desiderio di potere, di denaro, di sesso, del nostro “maestro”, guru, avatar, illuminato, reincarnazione di chissà chi, suprema verità e menzogna universale.
Si consideri che molti adulti fra i trenta e i cinquant'anni ne rimangono talmente sedotti e condizionati da lasciare coniugi, figli, genitori, affetti, amicizie, generando sofferenze e subendo danni materiali e psicologici.
Tutto ciò avviene anche ora, in Italia e nel mondo.
Per preservarci da quel tipo di manipolazione “disumanizzante” è importante provvedere la diffusione della cultura sul fenomeno settario e le sue derive, divulgare la conoscenza delle metodiche di condizionamento poste in essere, capaci di arrivare fino alla destrutturazione e ristrutturazione ex novo della personalità dell’adepto-vittima che evolve nel cosiddetto “disturbo dissociativo atipico di personalità»
(Gabriele Moroni, Sette sataniche e psicosette. Dagli adoratori del diavolo ai “signori della mente”, Diarkos 2022, pagg. 128-134)