
Per diversi anni ho partecipato agli esercizi spirituali del Movimento Sacerdotale Mariano, prima a San Marino, poi a Collevalenza.
Quando Don Stefano Gobbi teneva le meditazioni, riservava sempre un po’ di tempo per rispondere alle domande dei presenti. Non era raro il caso che, tra le centinaia di sacerdoti, provenienti da ogni parte della terra, qualcuno si alzasse in piedi per chiedere un parere su questa o quell’altra rivelazione, o per metterne in evidenza affinità e differenze rispetto al “Libro azzurro”. A questi interventi don Stefano rifiutava di rispondere, anzi rimproverava senza mezzi termini i sacerdoti e i laici del Movimento che prestavano ascolto alle altre rivelazioni.
All’inizio, non comprendevo questo atteggiamento e rimanevo piuttosto perplesso: avrei dovuto privarmi delle nuove interessanti rivelazioni che stavano circolando, solo perché avevo avuto la ventura di conoscere per primo don Stefano? Perchè questo esclusivismo? Arrivai persino a sospettare una forma di gelosia da parte sua.
In realtà, egli sapeva molto bene che la maggior parte delle rivelazioni non sono di origine soprannaturale; molte provengono dalla buona coscienza del mistico, accompagnata da un certo grado di fantasia; altre, ben mascherate, sono di origine diabolica; altre ancora sono truffe di personaggi istrionici e senza scrupoli. Come è pensabile stabilire rapporti tra rivelazioni autentiche, dubbie, e false, messe tutte assieme nell’unico calderone di una mente curiosa e avida di novità? Stabilire un confronto tra rivelazioni di diverso valore non può portare ad alcun progresso della conoscenza, ma soltanto ad una maggiore confusione.
Sarebbe sufficiente osservare che ogni rivelazione è conclusa in se stessa e non rimanda ad altre per essere meglio compresa. Anche solo per questo motivo non ha senso metterle a confronto.
Don Stefano era certo che la salvezza dell’anima non dipende dall’abbondanza di conoscenze celesti, e tantomeno - non sia mai - esoteriche, ma dalla pratica quotidiana di quelle essenziali. Non chiunque dice “Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma chiunque fa la volontà del Padre mio… chi mi ama osserva la mia parola… aveva detto Gesù. La salvezza dell'anima non è un problema di conoscenze straordinarie, bensì di conoscenze basilari praticate. Perciò, oltre al Vangelo e al Catechismo, una sola rivelazione privata e certificata dalla Chiesa, basta e avanza. Il resto è vana curiosità che conduce alla dissipazione e alla distrazione.
Nel seminario diocesano prima, e nel noviziato benedettino poi, trovai il medesimo consiglio, presso diversi padri spirituali.