Quello che descrivo in queste righe è un'immagine un po' idealizzata del discernimento prima della rivoluzione conciliare, tuttavia penso di non discostarmi troppo dalla realtà, almeno per ciò che riguarda gli orientamenti di fondo.
Nella chiesa preconciliare i fenomeni soprannaturali straordinari erano piuttosto rari, ma ben seguiti dai sacerdoti. Per Il cristiano medio l'esperienza del soprannaturale si riduceva alle "buone ispirazioni" suscitate dallo Spirito Santo e suggerite dall'Angelo custode, come anche alla considerazione delle tracce lasciate dalla divina Provvidenza nella propria vita. Egli traeva la saggezza necessaria per compiere la volontà di Dio dal ricordo costante della sua legge e dagli esempi dei santi, predicati ogni domenica nelle chiese. Per ogni cosa dubbia le persone chiedevano consiglio al confessore; potevano essere questioni spirituali, ma anche pratiche. Si riteneva comunemente che il sacerdote attingesse ad una sapienza superiore rispetto alle altre persone, e in effetti era proprio così, giacchè con la sua preghiera personale e la grazia dell'Ordine possedeva tutto il necessario per guidare meglio di chiunque altro il gregge a lui affidato. Le persone si fidavano del parroco e degli altri sacerdoti presenti in parrocchia, perchè essi erano gli inviati di Dio per quella determinata comunità. Non esisteva il fenomeno del turismo spirituale e il confine della parrocchia era sacro e invalicabile. Chi avesse desiderato rivolgersi ad altri sacerdoti, avrebbe fatto bene a chiedere prima il permesso del proprio parroco. I pellegrinaggi ai vari santuari erano organizzati dalle parrocchie o dalle diocesi, quindi anche spostandosi, tutto restava all'interno della comunità, o della diocesi e sotto la vigilanza dei parroci e dei vescovi. Anche i predicatori che provenivano da fuori, venivano scelti con molta cura.
Il fedele era educato ad aprire con fiducia la sua anima nel Sacramento della Penitenza, senza tralasciare un solo peccato. Basandosi sulla confessione sincera dei peccati, il sacerdote cercava di dare i consigli adatti alla persona che aveva di fronte. Le famiglie stesse erano custodi di una sapienza umana e cristiana trasmessa gelosamente di generazione in generazione, di madre in figlia, di padre in figlio, senza interruzione.
Per le persone più esigenti, non era difficile trovare un padre spirituale ben preparato, che le accompagnasse nel cammino di fede. I sacerdoti erano tanti e non erano oberati come oggi da iniziative "pseudopastorali" e dispersive, o obblighi pratici, come il doversi arrabattare per la casa e la sagrestia. Il laicato esprimeva il meglio di sè nell'aiuto concreto ai pastori d'anime. Le uniche cose che doveva fare un sacerdote erano pregare, studiare, predicare, amministrare i sacramenti, ricevere i fedeli, come è scritto negli Atti degli Apostoli al capitolo 6 ("Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola»").
Per quanto riguarda eventuali fenomeni soprannaturali, prima di correre a "vedere", morsi dalla tarantola della curiosità, era buona norma consultare il parere del parroco. Il carisma del discernimento risiede in primo luogo nel vescovo, il quale delega i parroci nei loro territori.
Questa solida e rassicurante struttura era basata sulla gerarchia istituita da Nostro Signore (i vescovi, successori degli Apostoli e i loro collaboratori), nonchè sulla virtù dell'obbedienza che è figlia della fede e procura molte grazie. Ebbene, questa struttura che risale ai primordi della Chiesa, e che fu codificata dal Concilio di Trento, venne disgregata e dissolta a partire dagli anni '60. Il fedele ora si trova in balia di autorità surrogate, delle opinioni meglio propagandate, oppure del proprio illimitato arbitrio personale.