Il modernismo non è solo un'eresia, l'eresia dei nostri tempi; è in realtà la sintesi di tutte le eresie, per usare un'espressione di papa Pio X. Esso non nega direttamente l'una o l'altra verità di fede, ma il concetto stesso di fede, tanto che si configura come una forma di agnosticismo. Il modernismo vuole escludere la ragione dalla religiosità, per fondarla sul sentimento, per cui è vero ciò che un individuo sente in un determinato periodo di tempo. Tutto si evolve e muta, anche i dogmi cambiano con le epoche e la percezione dei singoli. Per fare un esempio, secondo i modernisti, Dio è un'idea nella mente dei credenti, ma non necessariamente esiste come realtà oggettiva ed esterna a noi. Così è per la divinità di Cristo, la storicità dei Vangeli, ecc... Tutto viene posto in dubbio, relativizzato e ... ridicolizzato: la Chiesa si sarebbe nutrita per venti secoli di favole; ora è il momento di diventare adulti.
Dalla pubblicazione dell'enciclica Pascendi (1907) di S. Pio X, che condanna questa eresia, i modernisti hanno adottato la strategia del nascondimento: ovvero non si occupano più apertamente di teoria, facilmente identificabile e condannabile, ma di riforme pratiche da applicare in settori diversi e apparentemente scollegati tra loro. In questo modo l'impressione che ne risulta è quella di un procedere disorganizzato e incerto, mentre essi, in realtà, continuavano ad essere ben determinati e combattivi. I settori pratici nei quali avvenne questa frammentazione furono ad esempio gli studi biblici, la catechesi, la morale, l'arte sacra, la musica sacra, i riti, la dottrina sociale, l'ecumenismo, i ministeri all'interno della Chiesa, ecc... Così il veleno del modernismo si sparse in maniera subdola ovunque e contemporaneamente, facendo sembrare che la colpa fosse da attribuire ai tempi che cambiano, al caso cioè. In questo modo i modernisti sono riusciti a cambiare la mentalità dei credenti. E' molto più convincente la nuova Messa ripetuta ogni domenica per anni e offerta a tutti, piuttosto che un documento del Concilio accessibile solo a un numero limitato di studiosi.
I modernisti non diranno mai apertamente in che cosa realmente credono o non credono. Non ci sarà mai, per fare un esempio, una risposta chiara e distinta a eventuali dubia. Il motivo è che semplicemente la fede, come è sempre stata intesa, cioè come adesione a determinate verità, non ce l'hanno; sono apostati.
Naturalmente non tutti si trovano a questo livello estremo di eterodossia, le sfumature sono tante, ma la matrice è la stessa.
Nonostante tutto, essi restano nelle strutture ecclesiastiche, si presentano come cattolici, occupano cariche strategiche, e operano energicamente per i loro fini contrari a quelli della Chiesa.
Questo movimento di pensiero, nato nel 1800, ha ora invaso tutta la Chiesa e coinvolge tutti gli ordini e i gradi della gerarchia, dal vertice alla base. Esso permea il clima culturale nel quale tutti noi siamo vissuti. La nostra educazione ne è stata largamente contaminata. Per questo si rende necessario, da parte nostra, un'opera paziente di conoscenza di questi errori eventualmente ancora presenti nel nostro modo di pensare, di pulitura e restauro, per fare riemergere in ciascuno di noi l'autentica fede cattolica e apostolica del Battesimo. Non per nulla il motto di S. Pio X era: «Instaurare omnia in Christo», restaurare ogni cosa in Cristo.
Urge un'opera di restauro: recuperare l'originale.