top of page
roncagliaenrico58

Il Sinodo perpetuo


Non si è concluso il 28 ottobre scorso; il Sinodo si concluderà fra un anno. Dal 2013 la chiesa va avanti a forza di sinodi. Terminato questo ne inizierà un altro, e così via. Tanto che potremmo definire questo modo di procedere il Sinodo perpetuo.

Nei sinodi si discute, si discute. Alla fine, escono delle relazioni conclusive che non hanno nulla di definitivo. Le decisioni vere, infatti, vengono prese in altre sedi. Il sospetto che le relazioni conclusive siano state scritte prima delle discussioni è più che legittimo. Allora, perché tutto questo movimento di carte e di persone? Chi crede ancora alle rivoluzioni (adesso si chiamano primavere) spontanee, dal basso? Il Sinodo perpetuo più che una trovata pastorale è, in realtà, una strategia per illudere l’opinione pubblica e riempire di sdegno i tradizionalisti. È un’opera di ipnosi collettiva, utile a facilitare l’accettazione delle decisioni che verranno attuate a tutti i costi.

Siamo in piena fase di cottura, dunque, se vogliamo rimanere nella ben nota metafora della rana bollita. La temperatura è già un po’ troppo elevata per riuscire a spiccare un agile balzo al di fuori della pentola. E non è più il caso di parlare nemmeno di agilità. Gli “una cum”, dispiace dirlo, continuano a rifugiarsi nei piani alti del palazzo in fiamme, pensando così di sfuggire al fumo e alla terribile puzza di bruciato che sale dai piani inferiori. Aspetteranno ancora il momento adatto? Che la nuova chiesa dichiari apertamente il suo stato di eresia? E magari lo scriva a chiare lettere sulle porte degli edifici occupati?

Perché ostinarsi a non vedere che la Sede apostolica è in stato di occupazione? Perché non aprire gli occhi sul vero obiettivo che il nemico infiltrato sta portando a segno: quello, cioè, di cambiare l’identità della Chiesa. Perché non prendere atto che stanno sostituendo la Pietra angolare con l’uomo privato della grazia di Dio? “Restiamo umani” recitava uno striscione sulla facciata di una chiesa, riportando un noto slogan sinodale.

Al di là della grancassa mediatica, senza la quale non esisterebbe neppure, il Sinodo non è che una retorica esausta, una vecchia cantilena per nostalgici rivoluzionari. Il suo aspetto peggiore è, però, la sfida a Dio, alla Rivelazione e alla Redenzione. Un'altra conseguenza negativa è la progressiva erosione della fede, perpetrata con ritmo costante (ogni mese di ottobre), come uno stillicidio, con sempre nuove provocazioni alla fede dei cattolici.

Che cosa dobbiamo fare di fronte a questa reiterata messa in scena oltraggiosa? Penso che la prima cosa da fare sia smettere di lasciarci sopraffare dallo sconforto, ciò che vorrebbe il nemico. Dovremmo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà così com’è. Cominciamo a chiamare le cose con il loro nome. Smettiamo di fingere che non sia accaduto nulla di straordinario. Finché non riconosceremo l’inconsistenza dell’attuale leadership vaticana e la sua malizia, non si potrà dare a Gesù Cristo e ai Santi Apostoli il posto che meritano. L’attuale leadership non è con Gesù Cristo e rifiuta la tradizione degli apostoli. L’attuale leadership agisce intenzionalmente contro Cristo e contro la Chiesa.

Noto con molto piacere che una certa parte di tradizionalisti sta lentamente e prudentemente convergendo su questo punto.

In questo periodo di assenza di autorità, l’autorità resta la sacra Dottrina e la Liturgia di sempre.

A tutti i vescovi e sacerdoti non allineati, il nobile compito di porsi alla guida del popolo di Dio smarrito. Questa è l’opera di Dio. Per l’onore della SS. Trinità e della Chiesa, sia anche la nostra opera.

Signore, aumenta in noi la fede!

335 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti

Urge restauro

bottom of page